Houston Texans Week #14 Recap: @ Indianapolis Colts

Un grande passo per i Texans.

Chiamati domenica a giocarsi una delle partite più importanti della stagione, i texani rispondono con una vittoria sui Colts fuori casa, mantenendosi in testa alla division e spegnendo, almeno un po’, le speranze playoff degli avversari.

E’ una vittoria fondamentale che permette a Houston di rimanere una win sopra Indianapolis e con 2 head-to-head a favore. Ciò significa che per vedersi rubare il posto ai playoff dai Colts, Houston dovrebbe perdere almeno due delle 3 partite rimaste, sempre ipotizzando poi che la squadra di Pagano le vinca tutte e 3.

I veri rivali ora nella AFC South sono i Titans e proprio per questo la vittoria contro i Colts risulta essere ancora più fondamentale. La squadra del Tennessee infatti non molla affatto e, anzi, domenica è riuscita a portarsi a casa una vittoria contro Denver che renderà la AFC South una vera e propria corsa a due, con uno spettacolare finale in cui ci sarà lo scontro diretto che forse sancirà il vincitore della division.

Ecco insomma perchè la vittoria di ieri sera è tanto importante per Houston ed è arrivata non da una prestazione enormemente superiore rispetto a quella avversaria, è vero; tuttavia ci sono state diverse cose positive che, non solo hanno permesso la vittoria, ma fanno ben sperare per le future 3 partite, e magari (chi lo sa) per i playoff.

-OFFENSE-

QB

Brock Osweiler non sfodera la sua migliore prestazione: il giovane QB lancia infatti 14/24 per 147 yards, senza segnare nessun TD e con un intercetto sul quale ha piene colpe. Nonostante i numeri però, è anche vero che il playcalling texano si è basato molto sulle corse (efficacissime contro i Colts) ed è normale quindi che le stats del QB di Houston ne abbiano un po’ risentito.

Intercetto a parte infatti, Osweiler gioca comunque bene, o almeno abbastanza bene da portare a casa la vittoria e riuscire a continuare drive in situazioni chiave della partita. Perfetto poi nella scelta e nell’esecuzione di quel 3rd&2 a 6 minuti dalla fine che ha permesso di tenere palla e mettere su punti. Tutto sommato, non avrà brillato ma ha fatto il suo.

RB

Dopo parecchio tempo, finalmente (!) si rivede un bel gioco di corse e si rivede pure un Lamar Miller in splendida forma. Se infatti l’inizio partita dell’ex-Dolphins è decisamente deludente, il RB di Houston si riprende più che bene e gioca una partita da vero playmaker. Con 107 yards e 1 TD (l’unico dei Texans) è lui l’uomo in più nell’attacco texano. Gioca una partita ad alto ritmo, ma soprattutto con intelligenza, non buttandosi immediatamente nella mischia ma ragionando e attendendo uno spazio in cui lanciarsi.

Il running game non è solo Miller però. A dare un grande contributo c’è infatti anche Alfred Blue che, ad inizio parita, addirittura risulta più incisivo di Miller. Il back-up corre per 55 yards in 16 portate e si rivela una vera spina nel fianco per la difesa dei Colts, costretta a fare i conti con le differenti caratteristiche fisiche e tecniche dei due RB.

WR

Qui poco da dire, il discorso è un po’ lo stesso delle ultime partite: Hopkins sempre marcatissimo, fatica a mettere su grandi numeri ma si fa sempre trovare pronto e, soprattutto, gioca con quella solita tigna che permette di far innervosire l’avversario di turno, guadagnandosi così qualche flag.

Si rivede (poco) anche Fuller, ma ancora una volta la vera forza del passing game sono i TE. Già ribadito nelle ultime partite, Griffin Fiedorowicz sono ormai diventati fondamentali per i lanci di Osweiler e anche in questa partita non sono stati da meno. I due big-guys prendono campo con i middle-passes e sono target fondamentali sui terzi down. Questo tipo di gioco DEVE continuare a svilupparsi perchè può essere una delle vere armi in più dei Texans nell’immediato futuro.

OL

Ad inizio partita, vedendo i primi snap, mi preparavo già a dover distruggere (per l’ennesima volta) la linea offensiva in questo articolo. Tuttavia, salvo qualche snap decisamente no e il riprodursi dei soliti problemi, la OL gioca una partita notevolmente migliore rispetto ai propri standard. Osweiler deve faticare molto meno per fuggire dai sack e ha molto più tempo per lanciare (sull’intercetto per esempio, non aveva alcuna pressione e per questo la colpa è al 100% la sua). Anche nel running game poi, la linea riesce in qualche modo ad aiutare Miller che, è vero, deve aspettare un po’ prima che gli si apra davanti qualche varco, ma è pur sempre meglio che la nullità totale che si vede solitamente.

Questa volta insomma “good job” e, per chi critica sempre indistintamente Osweiler, che sia un caso che con una decente prestazione della OL i Texans siano tornati alla vittoria?!

-DEFENSE-

FRONT 7

E’ un front 7 un po’ altalenante quello visto contro i Colts. Decisamente efficace nel mettere in difficoltà la debole OL avversaria e nel mettere grande pressione su Luck, ma non convincente in coverage, lasciando grossi spazi in mezzo al campo che permettono ai Colts di avanzare facilmente.

E’ un problema che purtroppo si ripresenta spesso e su cui Crennell deve assolutamente lavorare. Se infatti la pressione è quasi sempre di alta intensità e i DB coprono piuttosto bene sul profondo, i Texans sembrano sempre soffrire tantissimo il mid-range, quasi mancasse una congiunzione tra i due reparti. Così è stato anche contro i Colts, ma fortunatamente alla fine la difesa texana ha avuto la meglio.

In questo reparto il migliore di tutti forse è Clowney. Avevamo già detto che la sua presenza o meno sarebbe stata fondamentale ed infatti il ragazzo è stato il problema principale di Luck e della sua OL per tutta la partita. Il fumble provocato in redzone vale come un TD e in generale è sempre quello che spinge di più. Inoltre, cerca pure di sistemare il suo problema con le offsides, quando, partito in anticipo, si diletta in una mossa da breakdance per evitare la flag.
Bravo Jadeveon!

Per il resto, oltre a McKinney che si conferma una macchina da tackle, anche se non troppo convincente in coverage, si vede un Mercilus un po’ sottotono, ma che viene “rimpiazzato” da un Cushing che, per questa fondamentale partita, sembra rinato. Sarà l’odore dei playoff?

SECONDARY

Partiamo con una premessa, questo è un reparto che sta giocando con circa il 50% dei titolari. Detto questo, con Jonathan Joseph KO, le secondarie di Houston dovevano reinventarsi ancora una volta per cercare di fermare i lanci di un QB come Luck. Benissimo non è andata, ma di certo non è andata male.

Per coprire i buchi lasciati dagli infortunati, in campo c’è Nelson Jr. che, poveretto, ce la mette tutta ma mostra di avere palesemente bisogno di aiuto. La partita del ragazzo non inizia affatto male in realtà, nonostante si giochi spesso dalle sue parti si fa quasi sempre trovare nella giusta posizione e man mano prende coraggio. Purtroppo però per ben due volte commette errori grossolani facendosi chiamare pass interference in situazioni in cui era posizionato molto bene, regalando così enormi quantità di yards ai Colts. In entrambi i drive che portano al TD gli avversari c’è il suo zampino e questo purtroppo non gli permette di guadagnarsi un bel voto. Sarà per la prossima volta.

Chi se la cava decisamente meglio è Kareem Jackson che, in assenza di Joseph, si prende un po’ il ruolo di comando. Sbaglia poco e soprattutto concede poco, finendo pure con il numero più alto di tackles della difesa. Importante anche il contributo di Demps che con l’intercetto spezza terribilmente il ritmo dei Colts.

Infine Hal Bouye chiudono il cerchio, anche loro con pochi errori e con qualche giocata di grande impatto sulla partita (anche Hal è autore di un intercetto).

Come già detto, si sono viste tante cose positive: Miller ritrovato e capace di cambiare la partita; la OL che tiene e permette ad Osweiler di avere un po’ più di tempo e un Clowney esplosivo e che gioca da game-changer. Purtroppo si è visto anche qualcosa di un po’ meno positivo: i texans fanno davvero troppa fatica in red zone, quando manca “tanto così” per concretizzare. Con ben 5 possessi in endzone si segna solo un TD, va bene che nel frattempo si accumulano i punti di Novak, ma se servono così tante opportunità per andare in endzone, poi si potrebbe finire per pagare caro contro avversari più ostici.

Comunque, ciò che conta è che “una è andata” e la pratica Colts è archiviata. Ora sotto con jaguars e Bengals, prima di arrivare allo “scontro finale” con i Titans. E’ chiaro che l’ipotesi migliore sarebbe vincerle entrambe, sperando in una caduta dei Titans per non doversi giocare tutto alla fine, e in realtà i Texans hanno tutte le potenzialità per portarsi a casa 2 win nelle prossime due partite. Tuttavia siamo a fine stagione, ci sarà stanchezza e stress accumulato che sono sempre dietro l’angolo per giocare qualche scherzo. Quindi occhio, teniamo duro texanacci!

We Are Texans!

-Divi-