Eroi contro Stronzi

Quando parliamo di football, e soprattutto dei suoi interpreti e della qualità con cui lo interpretano, troppo spesso ci dimentichiamo (io per primo) di quello che tutti i giorni potrebbe succedere a questi giocatori, ai rischi che prendono in uno sport dove prima di scendere in campo, si deve decidere se si vuole firmare una cambiale in bianco sul proprio corpo.

E quando dico in bianco, intendo in bianco, senza nessun tipo di limitazione a quello che potresti ritrovarci “scritto”.

Dieci giorni fa, Davante Adams si è preso tipo 800 chili sul casco, talmente all’improvviso da perdere il paradenti, schizzato via per il colpo.
Se succedeva a me ero morto tra atroci sofferenze.

L’infortunio patito dal 24enne californiano ex Fresno State, ai tifosi dei Packers ha subito fatto venire in mente quello di Nick Collins, enorme perdita della secondaria di Green Bay occorsa nel 2011 per un infortunio contro Carolina apparentemente molto meno orribile da vedere (video sotto).

ma soprattutto ha ricordato quello del 2013 di Jermichael Finley che risultava simile per la collisione dei due elmetti, occorso nella gara contro i Cleveland Browns (video sotto)

Nei giorni successivi non nascondo di essere stato in pensiero per il ragazzo, per la sua carriera sportiva e per l’apporto al team, in un momento in cui Green Bay è già di suo falcidiata di infortuni.

Invece, il 3 ottobre trapela l’ipotesi per cui Adams possa essere messo fuori protocollo per le concussion, quello stato in cui il giocatore è posto sotto osservazione per verificare il suo stato di salute psicofisica dopo uno scontro che ha compreso anche la testa. Il 7 ottobre ProFootballTalk annuncia che Adams andrà a Dallas per giocare. Il giorno dopo, il ragazzo corona un drive da 75 yard in un minuto con la presa in TD che vale il sorpasso definitivo a Dallas e de facto la vittoria nell’astronave dell’AT&T, la seconda dei Packers in Texas negli ultimi dieci mesi.

Un grande premio per un giocatore che un paio di stagioni fa era stato brutalmente messo alla gogna per una tendenza al drop che aveva fatto incazzare ben più di un tifoso, e che l’anno scorso ha invece inanellato una serie di prestazioni che lo hanno proiettato stabilmente tra i target preferiti di Rodgers con 39 bersagli contro i 31 di Cobb e Bennett, e tra i giocatori più sfruttati con 245 snap contro i 201 di Nelson ed i 151 di Cobb.

A testimoniare la fiducia in questo giocatore, valga sapere che il passaggio ricevuto in TD, appena una manciata di secondi prima, era stato giocato pressochè nella medesima maniera ma era stato eccellentemente coperto da Jourdan Lewis. Un rischio sportivo enorme.

Ma la partita, in generale, ha rappresentato, secondo il protocollo per le concussion, un rischio per Adams, che avrebbe dovuto essere fermato almeno per una gara per precauzione. Un giocatore del genere probabilmente sarebbe stato l’idolo di coach come Vince Lombardi o Tom Landry, gomito a gomito nei Giants che sfidarono i Colts del ’58 nel Greatest Game Ever Played, ma nel frattempo sono arrivate le correlazioni tra i colpi e la CTE, ed una serie di dichiarazioni tra gli addetti ai lavori della NFL che fa capire come la sicurezza sia tenuta maggiormente in considerazione, specialmente perchè le cause milionarie costano, mica perchè qualche negretto muore pazzo.

Il fatto che tutto ruoti attorno a un sacco di soldi, e che quindi da questi soldi possa essere indirizzato nella maniera più conveniente, mi fa sempre temere che gli staff medici, gli staff tecnici e tutti quanti premano perchè chi si trova in queste situazioni non prenda perfettamente in esame tutti gli aspetti di una concussion, anche sul lungo periodo.

Io mi cavo il cappello davanti ad Adams, come me lo cavo davanti a tutti quelli che vanno in campo in uno sport così duro, davanti ad un ragazzo che ha dichiarato di essersi perfettamente ricordato del colpo di Trevathan ma nonostante tutto di aver scelto di scendere in campo immediatamente.

Quello che sarebbe bello sapere è come si sono comportati tutti quelli attorno a lui, riguardo ad un tipo di infortunio così serio.