Preview Lions – Colts: al primo crocevia.

chuckluck

A causa di un malaugurato incidente di copia/incolla, la versione precedente di questo articolo era priva di formattazione. Scusate l’incidente, è colpa di un dingo, che ci crediate o no.

E finalmente ci siamo.

Dopo tanto soffrire per l’assenza di football giocato, da bravi tifosi Lions finalmente possiamo tornare a farci male sul serio.

Anche quest’anno, la regular season riparte per i Lions zeppa di incertezze, con speranze e dubbi a corrente alternata.

Ma per un inizio intrigante, penso che poco potesse essere di meglio degli Indianapolis Colts con una partita ricca di risvolti più o meno nascosti.

In primis, c’è il ritorno di Jim Caldwell ad Indy.

Caldwell arrivo ai Colts assieme a Tony Dungy nel 2002, partecipando alla vittoria nel Superbowl XLI come allenatore dei Quarterback. Nel 2009, al momento del ritiro di Dungy e grazie anche agli ottimi rapporti con Payton Manning, viene promosso Head Coach e provvede a riportare Indy al superbowl.

L’anno successivo, in seguito al gravissimo infortunio di Manning, la stagione dei Colts deraglia brutalmente, tanto che nelle ultime giornate Caldwell si rivolge a Dan Orlovsky che evita quel cappotto che i tifosi Lions conoscono molto bene, raggranellando due vittorie[1].

Caldwell fu licenziato a fine anno, provvedendo prontamente a resuscitare la sua carriera vincendo un secondo SB con i Ravens[2] come Offensive coordinator, mentre i Colts provvedettero a loro volta a prendere quello che il loro attuale QB, Andrew Luck con la prima scelta del draft..

Il che ci porta ad una seconda storyline: Stafford e Luck.

Stafford viene considerato un mezzo brocco e i suoi stessi tifosi sono i primi a beccarlo dopo un intercetto o un fumble, nonché a declassarlo come un prodotto della classe di Calvin Johnson.

Luck viene considerato un QB di primissima fascia malgrado una simile propensione agli errori ed un pessimo 2015, malgrado il cast di comprimari a sua disposizione non sia stato proprio di seconda fascia.

Ovviamente, qualcuno potrebbe dire che io parlo da tifoso etc etc ma chi si è preso la briga di snocciolare un po’ di numeri non ha dubbi che le differenze non siano così notevoli.

p>Per metterla in numeri, Questo articolo confronta le prime 55 partite di Stafford e Luck, trovando che han lanciato lo stesso numero di TD (101), con rating e percentuali di completi praticamente identici.

Stafford ha lanciato 7 intercetti in più ma anche circa 1500 iarde in più (soprattutto per l’inconsistenza del gioco di corsa di Detroit), ma son questioni di lana caprina.

Altro risvolto: l’attacco titolare di nessuna delle due formazioni è riuscito a segnare un TD in tutta la preseason.

Errori in redzone hanno impedito ad entrambe di arrivare fino in fondo.

Ma vediamo un po’ più da vicino i contendenti:

I Colts

Il 2015 di Indianapolis è stato ben sotto le attese. Non solo non ha vinto la division come tuti si aspettavano (compreso lo scrivente) ma hanno anche vinto più partite quando il loro QB superstar, Andrew Luck era infortunato.

A fine stagione, era opinione comune che almeno uno tra il GM Ryan Grigson ed il coach Chuck Pagano (spesso ai ferri corti durante la stagione) sarebbe stato licenziato.

Invece il vulcanico proprietario Jim Irasy si è chiuso in una stanza con i due e, dopo un confronto chiarificatore, ha deciso di confermare entrambi privilegiando la stabilità rispetto al cieco desiderio di cambiare.

Il primo passo per la rinata coppia GM/HC è stata quella di ripartire dalle basi.
Buona parte dello staff di allenatori è stata sostituita, cercando di avere un approccio meno soft con i giocatori.

Dall’altro lato, si è visto di sistemare alcuni dei buchi più gravi nel roster, con la consapevolezza che la FA non può sistemare tutto.

Per esempio, si è preso per la prima volta in considerazione la sicurezza di Andrew Luck prendendo al draft, Ryan Kelly il miglior centro disponibile[3] e il tackle Le’Raven Clark.

Inoltre hanno investito diverse risorse per dare slancio ad una difesa che stava invecchiando vistosamente.

Purtroppo i buchi erano molti, anche a causa di diverse scelte in free agency che non si sono rivelati azzeccate e qualche buco è rimasto.

Prendiamo la posizione di RB: il veterano Frank Gore (33 anni) è il corridore principale e non ha visto un solo snap in preseason per il timore di un infortunio tanto è considerato insostituibile.In una lega che divora i Running back, probabilmente questo a più a che vedere con la situazione dei Colts che con il valore assoluto di Gore.

Il parco ricevitori ha come punti di alta qualità T.Y. Hilton e Donte Moncrief, seguiti da una pletora di UDFA.

In difesa, il pass rush si preannuncia molto deficitario, visto che non ci sono dei DE sani in vista. L’unico che appare in grado di generare una vera pressione sul QB è ancora un veterano, il trentacinquenne (!) Robert Mathis mentre la secondaria è stata funestata da vari infortuni.

Mancheranno Vontae Davis (caviglia) e altri due CB potrebbero non essere pronti per l’avvio di stagione.

In pratica, un inizio complesso per la franchigia dell’Indiana.

Vedremo se la coppia Luck/Pagano riuscirà a coprire tutte le magagne.

I Lions

Al contrario degli avversari, i Lions arrivano praticamente sani all’appuntamento con la regular season.

Anche gli ultimi pezzi (compreso Eric Ebron, il che è un’ottima notizia) sono tornati ad allenarsi con l’inizio della settimana.

L’unica eccezione e Jon Bostic che è ancora con il tutore al piede (si parla di frattura al 5° metatarso, con prognosi di 6-8 settimane di cui 3 già in archivio) che è stato messo in IR per essere sostituita dal TE ex-Bears Khari Lee .

Malgrado la relativa salute della squadra, molti dubbi circondano ancora la franchigia del Michigan.

La linea offensiva è sospetta (anche se guardando la preseason non è stata così terribile come altri la dipingono, specie se paragonata ai Colts) e nessuno si aspetta un gioco di corsa decente.

In difesa, la secondaria è non entusiasma (con l’eccezione di Slay e Glover Quin), mentre il comparto Linebacker è sguarnito numericamente, anche se Levy e Whitehead come starters non sono poi male.

Tutte considerazioni giuste ma bisogna considerare che Quinn&Caldwell hanno lavorato fianco a fianco per mettere insieme questo roster.

E la cose buone ci sono, le (meritate) estensioni dell’ultimo momento per Sam Martin (P) e Theo Riddick (RB) lo dimostrano.

Se non riescono ad essere competitivi (e vincere) contro dei Colts ridotti ai minimi termini dagli infortuni, prepariamoci ad un’altra lunga annata.

Dove, come, quando.

Domenica 11/9 al Lucas Oil Stadium di Indianapolis.

Fischio di inizio alle 4.25PM locali (22.25 qui da noi).

Conto di essere su twitter durante la partita (@bruniemanuele1), se vi interessa. Se non vi interessa, tutti liberi di guardare la melevisione, mica m’offendo.

Pronostico.

Secondo me, Teryl Austin blitzerà l’impossibile su Luck mentre la linea offensiva sfrutterà la mancanza di pass rush per avere una buona giornata.

La mancanza di conoscenza sull’attacco di JBC darà un’ulteriore mano ai Lions.

La prima idea era di essere scaramantici ma facciamo per una volta la personcina seria e diciamo:

Lions 24 – Colts 21

Ma potrebbe benissimo anche essere il contrario.

In ogni caso, aspettiamoci una partita divertente…

da I soliti Lions.

[1]: questo risvolto aiuta anche a comprendere la persistenza di DanO nel roster dei Lions.

[2]: ebbene sì. Per quanto ci si tenda a scordare, Caldwell ha due anelli.

[3]: che qualcuno ricorderà, speravo fosse preso dai Lions.