12 settembre 1999

12 Settembre 1999, Meadowlands. Un solo quarto della partita d’apertura della stagione di NFL è passato alle cronache, eppure il destino dei New York Jets pare già segnato. Partito con il favore dei pronostici, il gruppo guidato dall’esperto Bill Parcells ha solo pochi istanti per celebrare il primo touchdown della stagione, prima di veder cadere al suolo il proprio quarterback Vinny Testaverde, la caviglia tra le mani, il tendine d’Achille lacerato. Il pallido sole del New Jersey illumina una giornata storta per la Gang Green, che perderà in seguito anche il running back Leon Johnson per un infortunio al legamento: Testaverde è infatti l’unico quarterback a far parte del roster attivo, ed il regolamento permette l’ingresso in campo del suo backup Mirer soltanto all’inizio dell’ultimo quarto di gioco.

Privo di alternative, Parcells decide quindi di piazzare sotto il centro l’unico altro giocatore in rosa in grado di muovere consistentemente il pallone, Tom Tupa. La mossa, più che azzardata, pare quasi una follia: Tupa ricopre infatti il ruolo negletto ed importantissimo di punter, ed il pallone lo muove sì, ma con i piedi. La speranza di Parcells è che Tupa, noto fino ad allora per essere stato il primo giocatore a completare una trasformazione da 2 punti su una finta di calcio, riesca a ritrovare gli automatismi e le capacità che ne avevano fatto un decente quarterback ai tempi dell’università. Tale speranza si scontra tuttavia con una realtà impietosa: non solo sono trascorsi quasi 10 anni dall’ultimo passaggio completato da Tupa in una partita ufficiale, ma già all’epoca, allenato e preparato per il ruolo, Tom si era dimostrato un passatore mediocre, con soli 6 touchdown all’attivo contro ben 13 intercetti subiti, da cui la conversione a punter.

Tupa prende quindi il campo tra l’incredulità generale, con ancora indosso le scarpette morbide da calciatore, i suoi Jets sotto 10-7 ed il morale sotto i tacchetti. Perfettamente logico, quindi, che alla prima escursione nella metà campo avversaria Tom esegua un 7-step drop da manuale, finti il lancio per muovere la difesa avversaria e recapiti una freccia da 30 yards dritta tra le mani di Keyshawn Johnson per il touchdown Jets. Il Giants Stadium esplode. La difesa prende coraggio, provocando una safety e portando i Jets avanti 16 a 10. Nel drive successivo, Tupa riprende da dove aveva lasciato, on fire; si permette addirittura escursioni fuori dalla tasca, guadagnando yards e completando un difficilissimo lancio in corsa per il solito Johnson.

Siamo però nell’NFL, una lega dove ogni particolare viene calcolato al millimetro ed allenato meticolosamente: gli aggiustamenti per la difesa dei Patriots non tardano ad arrivare, ed iniziano a fioccare incompleti e sacks. Il drive iniziato in gloria si arena su un muro di difensori in maglia bianca, che spuntano ovunque per dare la caccia al quarterback improvvisato. Recuperata la palla, New England mette a segno un touchdown, e nel drive successivo intensifica ulteriormente la pressione. Incapace di reagire, Tupa viene abbattuto e privato dell’ovale, che viene riportato in touchdown. A metà del terzo quarto, i Jets sono sotto 27 a 16, l’attacco completamente paralizzato, il fuoco della speranza ridotto ad una fiammella.

Tom, tuttavia, non ne vuole sapere di uscire da questa partita che sembra un film. Riceve palla sotto il centro, arretra di 5 passi e piazza un pallone impossibile tra due difensori, trovando le mani salde di Johnson, libero di galoppare fino a poche yards dalla linea di meta; nel gioco successivo, recapita poi un cioccolatino pronto da scartare al proprio tight end Fred Baxter, mettendo a referto altri 6 punti. La mancata trasformazione da 2 punti lascia i Jets sotto di 5 all’ingresso nell’ultimo quarto. Coach Parcells ha ora la possibilità di mandare in campo il backup Mirer e, nonostante i 6 completi su 10 per 165 yards e 2 touchdown all’attivo, Tupa si deve accomodare in panchina. Gli dei del football, capricciosi e vendicativi, prendono nota.

Tupa nella finta di calcio

Il drive di Mirer ha infatti vita breve e si arena a metà campo, al limite estremo del raggio da field goal. Parcells si prende l’ennesimo rischio mandando in campo la kicking unit, di cui Tom fa parte in qualità di holder. E’ proprio da questa posizione che Tupa aveva segnato la propria storica trasformazione da 2 punti 5 anni prima, un precedente che l’allenatore decide di cavalcare. Tom riceve palla sulla finta di calcio, abbassa la testa e parte deciso verso la linea del primo down. Trova spazio, apre la corsa, in mente solo quella linea. Per un istante pare farcela. Ma, sul più bello, l’incantesimo si spezza. L’ultima azione della partita di Tom Tupa termina con un placcaggio, pochi centimetri a separarlo dalla linea del primo down. Nel silenzio dello stadio, la palla passa ai Patriots.

Finita la favola, la partita ha ancora emozioni da regalare: la difesa dei Jets porta pressione e forza un intercetto prontamente riportato in touchdown, quindi difende il riconquistato vantaggio obbligando New England al punt. Con 3 minuti sul cronometro, i Jets potrebbero perdere tempo chiamando una manciata di corse, ma decidono di affidarsi nuovamente al braccio di Mirer. Ultima follia che non paga. Mirer subisce il secondo intercetto della suo terribile match, regalando palla in buona posizione ai Patriots, cui non pare vero ricevere un simile regalo. Il piede di Adam Vinatieri, già all’epoca una garanzia, sigilla il definitivo 30-28 in favore dei New England Patriots, in uno degli opening match più folli che l’NFL abbia mai offerto.

La stagione dei Jets proseguirà fino ad un record di 8-8, ad un soffio dai playoff, con lo sconosciuto free agent Ray Lucas come quarterback, altro miracolo sportivo che lascia Parcells esausto e lo induce al ritiro. A succedergli è un tale Bill Belichick, che tuttavia abbandonerà dopo un solo giorno per passare proprio ai Patriots, dando vita ad una delle dinastie più vincenti dell’NFL.

La prestazione del punter improvvisatosi quarterback Tom Tupa passa invece alla storia come la migliore per un giocatore nel suo ruolo, una splendida favola sportiva cui è mancata la vittoria, ma che rimane viva nei cuori dei tifosi dei Jets.