Lions week 11: Restando in vetta (per ora)…

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Ormai i comeback dell’ultimo minuto stanno diventando la norma, anzi stavolta siamo arrivati sopra al two minute warning, direi che non ci possiamo lamentare…

Cronaca

Rapida disamina che il giorno del ringraziamento incombe.

La partita inizia con l’attacco Lions che resta negli spogliatoi dove resterà senza dar segni di risveglio fino quasi alla fine del primo tempo.

In compenso, Andre Roberts canna la ricezione di un punt e consegna la palla ai Jags sulle 11.

Mani nei capelli e tutte le peggiori sensazioni si materializzano in un colpo.

Ma la difesa, a cui invece il bye ha giovato non poco, mette su un last stand da manuale e Jacksonville si accontenta di 3 punti.

Alcuni minuti dopo, Andre Roberts deve ancora ricevere un punt, solo stavolta invece di perdere palla evita un paio di difensori ed, aiutato dai blocchi di Don Juan Carey e soci, porta la palla a casa per un TD.

Matt Prater non riesce a mettere a segno il punto addizionale a causa di una deviazione e siamo sul 3-6.

Blake Bortles non è in formissima ma grazie alla solita pessima copertura nel centro della difesa in blu, riesce a marciare verso l’endzone malgrado la pressione subita e a segnare con passaggio dalle 3 per Allen Robinson.

Jason Myers decide di restuire la cortesia, sbagliando pure lui l’extra point. 9-6.

A questo punto, mancano due minuti sull’orologio e Stafford ha un sussulto, inventandosi un drive che si conclude sulle 20 avversarie, mettendo in moto Matt Prater che sul 9 pari la partita.

Si rientra con i Jaguari in attacco ma quasi subito, su un passaggio di routine Nevin Lawson devia e Raphael Bush recupera l’intercetto e lo riporta 39 iarde in meta. Consiglio spassionato: se non l’avete visto, guardatelo nelle highlights che è di rara bellezza come ritorno.

I Lions sono 16-9 ma l’attacco stenta ancora.

Nel mentre Bortles porta la sua squadra prima in raggio di field goal poi subito dopo, complici alcune corse di Chris Hivory e un ottimo lavoro di *Marqise Lee** torna a bussare alla porta di casa.

Bella ricezione in punta di piedi dello stesso Lee e la partita è improvvisamente 19-16 Jax.

Si avvicina l’ultimo quarto e Stafford si connette con Andre Roberts per un grosso guadagno ma subito dopo, lottando per la iarda extra, Tate perde il pallone e Jax recupera.

Tutto da rifare.

E la difesa torna a fare il lavoro duro: tre e fuori immediato grazie ad un ispirato tackle di Miles Killebrew su Ivory che lo blocca appena prima del marker.

Sarebbe il momento per l’attacco di fare qualcosa e arriva finalmente un primo down con Tate, poi Stafford va sotto pressione, evita il sack e pesca Eric Ebron sulla linea laterale. Il Tight end approfitta dei suoi mezzi atletici e si mangia mezzo campo prima di essere spedito fuori.

Alcuni giochi più tardi, con la palla sulla iarda è lo stesso Ebron che prende lo snap e (con la stessa azione sputata con cui avevano segnato i Vikings due settimane fa) entra in endzone. 23-19 Lions.

Complice una copertura del kickoff quantomeno discutibile, i Jaguars possono partire da posizione di campo favorevole ma non riescono ad avanzare e sono costretti al punt.

A questo punto con 8 minuti sul cronometro ed un gioco di corse inesistente, i Lions montano un drive di 8 minuti con Stafford che continua a convertire i terzi down.

Sulle 48 offensive, finalmente l’onda pare fermarsi: quarto e due.

Ma invece di far entrare lo special team, Stafford urla di preparare la linea per una corsa, fa segno all’arbitro che è sul pallone di togliersi di mezzo e inizia ad urlare la sua cadenza.

Si tratta del vecchio trucco dell’hard count con cui si prova a far scattare l’offside.

Ci cascano in due.

Uno è il sentitamente vostro che aveva perso il conto e pensava che fosse ancora il terzo tentativo.

L’altro è Sen’Derrick Marks che si proietta in avanti facendo scattare la penalità.

5 iarde e un nuovo set di down che preparano l’ennesimo Field goal di Prater.

Malgrado il tentativo di salto di Jalen Ramsey (tra parentesi 1) in offside 2) sbattuto a terra senza cerimonie da uomo di linea che non passava di lì per caso), Prater segna e consegna la palla agli avversari sul 26-19 e 22" da giocare.

C’è ancora tempo per il secondo intercetto di Bortolo, che, come la settimana scorsa, rimbalza sul piede del ricevitore designato prima di essere raccattata da Tavon Wilson poi è finita.

Questo e quello

  • Highlights ufficiali

  • E le usuali (quest’anno) Slowlights by Sandman

  • Il boxscore dell’washington post.

  • Quella di ieri è stata la 50° vittoria di Jim Caldwell come HC. Alla domanda se ci avesse pensato la risposta è stata "Per nulla. E non credo ci penserò un secondo oltre questo, la vittoria più importante è sempre quella di domenica prossima."

  • I Lions sono l’unica squadra (con i Browns) ad arrivare sotto al quarto periodo dieci volte su dieci. La differenza è "solo" nelle sei vittorie contro zero.

  • Safeties scatenate ieri: Bush intercetto con ritorno in TD, Quin fumble forzato, Tavon Wilson intercetto finale, Miles Killebrew 5 tackles (di cui 3 con perdita di iarde) su 12 snap giocati.

  • Ricevitori MIA: 6 ricezioni per Boldin, 4 per Tate (con fumble perso), 1 per Marvin Jones. Guidano la classifica Eric Ebron e Theo Riddick.

  • Gioco di corse non pervenuto come la temperatura di Ulan Bator: 21 corse per 14 iarde totali. Media: 0.7 iarde. Brrrrr.

  • Zero sack ma pressione costante. In particolare, si segnala Ansah in pieno recupero.

  • Sam Martin sta tenendo un ritmo tremendo. 61 iarde di punt? Servite. Si aggiunga Don Carey al mix per uno special team con i controfiocchi.

  • Andre Roberts è il primo giocatore Lions dal 2004 con punt multipli riportati in meta. Nonchè un gran blocco sul passaggio per Ebron. Più che perdonato per il punt ciccato.

Postpartita

Dunque1, è ovvio che un ritmo simile fatto di comeback nell’ultimo periodo non sia sostenibile. Indubbio.

Ma i Lions non lo sanno e continuano a vincere.

E stavolta, con l’attacco largamente dormiente, l’han fatto segnando in tutte e tre le fasi del gioco.

La difesa in particolare sta continuando a progredire e all’orizzonte c’è il ritorno di Levy che potrebbe aiutare molto a lenire le pene in copertura.

In più, i rookie stanno per la gran parte dando una mano più che discreta e di questo, i meriti vanno spartiti anche tra chi li ha scelti e chi li allena.

Qualcuno obbietterà che molto più che i meriti dei Lions han pesato i demeriti dei Jaguars e qualcosa c’è.

Bortles è stato a lungo poco efficace e a proposito, scommetto che in offseason, si sottoporrà ad un’operazione alla spalla.

Il suo non riuscire a lanciare una spirale oltre le venti iarde, è sintomo di un problema più profondo ed è stupefacente l’ostinazione dello staff di Jacksonville nel mandarlo nella mischia in quelle condizioni.

La squadra della Florida ha fatto un sacco di errori che l’hanno dannata.

Ma i Lions no.

Una squadra che era conosciuta per strappare eroicamente una sconfitta dalle fauci della vittoria si trova regolarmente sull’orlo del disastro e nel 60%2 dei casi si inventa qualcosa ed esce.

Prendiamo il famoso hard count: Stafford ha usato la stessa cadenza che aveva già sfruttato Rivers per far cadere nello stesso tranello i Jaguars quest’anno. Come faceva a saperlo? Con la preparazione. L’aveva visto nei film.

Ci ha provato ed è andata bene.

Ora io non so quanto possa durare in queste condizioni ma so che se qualcuno mi avesse detto il 31 Agosto che i Lions sarebbero stati il terzo seed della NFC il 21 di Novembre, gli avrei riso in faccia.

E invece, siamo qui con 6 vittorie ed un confronto con i Vikings che potrebbe valere la NFCN in vista.

‘Nuff said.

Da I soliti Lions.


  1. lo so, non si inizia una frase con dunque. Possiamo andare avanti, ora?

  2. dieci partite sono ottime per calcolare le percentuali ad occhio.