Chargers @ Broncos – Recap Week 1

I Denver Broncos vincono all’esordio dopo una nottata che ci ha regalato sensazioni contrastanti. Innanzitutto il sapore indescrivibile della vittoria, condita dall’ambiente caloroso ed elettrico del Mile High; subito dopo mi viene in mente il sollievo, per una W acchiappata per i capelli ma che inspiegabilmente stava scivolando sempre più a ovest direzione California; ultima ma non meno importante una sana incazzatura, frutto sia della notte insonne sia del pensiero che ancora mi ronza in testa, ossia “ma sarà mai possibile godersi una vittoria senza rischiare un attacco di cuore ogni domenica?”.

Dopo questa dovuta premessa andiamo ad analizzare come e perchè è maturata questa vittoria. Iniziamo con le buone notizie (cioè i primi tre quarti).
Ho finalmente visto una squadra in grado di offrire uno spettacolo apprezzabile sia in attacco che in difesa, con punte di controllo assoluto sul match e tanti spunti positivi di riflessione. La offense targata McCoy ha convinto fin da subito anche i più scettici, facendo registrare ottimi numeri sia in passing che in rushing (rispettivamente 181 e 140 yds). Trevor Siemian ha comandato con una certa autorevolezza i suoi uomini e ha messo a bersaglio un’ampia varietà di passaggi, chiudendo la serata con 17 su 28, 219 yds, 3 TD (di cui uno su corsa), 1 INT e un rate di 94.2; parliamo di numeri di tutto rispetto, che forse non dicono la verità su una prestazione che potrebbe essere considerata la prova di maturità del prodotto di Northwestern. Siemian si è dimostrato finalmente “clutch” nei momenti topici, con un 8-15 ai terzi down che considero (forse prematuramente) il simbolo del rinnovamento di questo attacco; sempre il #13 si è scoperto in grado di conquistare terreno e down con le sue gambe (il rushing TD ha mandato al bar Bosa, Los Angeles e San Diego in un colpo solo). Non sono ovviamente tutte rose e fiori, e naturalmente a questa prestazione ne dovranno seguire molte altre di livello superiore se Siemian vorrà imporsi non solo come il presente della franchigia, ma anche come il futuro; un aspetto su cui dovrà migliorare nell’immediato sarà la presenza nella tasca, la sensazione infatti è che tenda a tenere troppo la palla e incassare sack gratuiti (ieri sera ne abbiamo avuto un esempio con due sack uno dopo l’altro a costringere McManus a un 50 yarder).
Altra nota lieta è l’attacco su corsa, che grazie a Anderson (81 yd con 4.1 di avg) e Charles (40 con 4.0) racimola numeri niente male e si rivela una credibile alternativa ai lanci di Siemian. Merito anche di una linea efficiente in run blocking, che ha saputo aprire i giusti varchi per i RB. Per quanto riguarda la pass protection prova sufficiente del reparto lineman, del quali rimanderei solo Watson, bruciato dai pass rusher losangelini almeno un paio di volte di troppo. In sintesi un attacco bello e bilanciato, un mix perfetto per ambire a traguardi importanti. Menzione d’onore anche per WR e TE; tutti i target hanno ricevuto almeno un passaggio, ed è da segnalare la buona prestazione di Fowler III, arma preferita di Siemian in RedZone; tra i TE buone prove di Derby (3/3 per 34 yd) e Green, quest’ultimo non solo un fattore nei bloccaggi ma anche autore di una splendida ricezione per 44 yd.
La D si approcciava alla partita con importanti certezze nella secondaria, ma tutto da dimostrare in run defense (28ma lo scorso anno). E invece il trio di lineman formato da Peko (2 tackle), Wolfe (2 tackle) e Gotsis (5 tackle) ha retto bene alle ripetute incursioni di Gordon, grazie anche al fondamentale approccio dei LB. Leader nei tackle messi a segno Marshall, ma anche il collega Davis non si è risparmiato ed ha infuocato il Mile High con un perentorio placcaggio su un quarto down da parte gli ospiti. Tra i pass rushers Miller ha faticato nell’arrivare al QB avversario, ma ha comunque dato una mano in run stopping, mentre Barrett ha approfittato del trattamento riservato al nostro all-pro per concedersi la soddisfazione di un sack oltre a 6 QB pressures. La secondaria durante 3/4 di gara ha fatto un buon lavoro, concedendo come unico gioco importante agli avversari una pass interference chiamata ai danni di Roby, che poi si farà perdonare con un INT. Simmons e Stewart si sono difesi bene e hanno fatto registrare entrambi 6 tackle, facendo voce grossa nella mischia.

Bene, leggendo le righe precedenti sembra che i Broncos abbiano colto una vittoria facile e sul velluto. Ed in effetti sembrava tutto andare per il verso giusto, almeno fino al quarto quarto. Qui cominciano le cattivie notizie.
Siemian commette uno sfortunato intercetto (a dir la verità viziato da una netta pass interference) e mette i Chargers in moto, tanto che poi segneranno un TD durante la stessa serie. La situazione si ripeterà poco dopo, quando Charles commette fumble e Rivers ne approfitta lanciando una bomba per Benjamin; questo, abbandonato da Roby in un mismatch evidente con Stewart, sfrutta l’autostrada che ha di fronte per il -3. Insomma i Broncos tirano letteralmente i remi in barca, commettendo turnover in attacco e mancando di mordente in difesa, dove la zone defense comincia ad imbarcare acqua. Le cose sembrano migliorare dopo un bel passaggio di Siemian per Green e la conseguente penalità, che portano i Broncos a ridosso della RedZone avversaria; qualche scelta non felicissima del nostro QB costringe McManus ad un calcio non così facile, che verrà poi sbagliato. Los Angeles sente l’odore del sangue e prova ad andare per la giugulare, ma la squadra di coach Joseph riesce a tenere gli ospiti lontani dalla endzone, costringendoli a un calcio dalle 44 yd, che se a segno significherebbe supplementari.

Il football sa essere beffardo, ne siamo a conoscenza tutti. Ed allora con una manciata di secondi nel cronometro e il kicker coreano dei Chargers pronto a distruggere i miei miseri 40 minuti di riposo prima della sveglia mi trovo a pensare.
Monday Night.
Field Goal decisivo a tempo quasi scaduto.
Primo tentativo del K reso vano dal timeout chiamato dal coach.
Questa situazione non mi è proprio nuova, e mentre elaboro il pensiero dalla massa di uomini di linea le tre dita della manona di Shelby Harris deviano il pallone che termina la sua corsa prematuramente.
Denver la porta a casa grazie allo sforzo di un UFA che mette in salvo quanto di buono fatto in campo ed evitando una potenziale beffa di dimensioni cosmiche. Ah, e naturalmente il buon Harris mette in salvo i miei preziosi 40 minuti di riposo.

In conclusione teniamoci stretta questa W, ma per il futuro sarà necessario chiudere le partite quando ne abbiamo la possibilità. Non esiste buttare 45 minuti di buon football per delle banalissime sviste che potrebbero mettere a repentaglio risultato e stagione.

PS. Verso la fine del terzo quarto i Broncos hanno avuto ben 3 possibilità dalla linea delle 2 yd dei Chargers per portare l’incontro sul 28-7, e se segnato quel possesso avrebbe probabilmente ucciso la partita. Purtroppo credo sia stata questa l’unica situazione dove McCoy e il suo attacco non sono riusciti ad essere cinici, ed a partire da tale opportunità mancata i Chargers hanno provato a ribaltarla.

PSS. Personalmente boccio la squadra scelta da ESPN per commentare il MNF. Ovviamente tranne Sergio Dipp che per poco non mi ha ribaltato dalla sedia e spero di ritrovare ad ogni partita dei Broncos.

Per questa settimana la mia Game Ball andrà a Trevor Siemian.

Denver Broncos 24 – Los Angeles Chargers 21