NFL Draft Grades 2017: New York Jets

Round 1, pick 6: Jamal Adams, S, Louisiana State Tigers

Situazione molto simile a quella delineatasi con Leonard Williams un paio di stagioni fa, quando con la stessa pick i Jets misero le mani sul talento da Southern California; già andati Trubisky e Fournette, sui quali si vociferava che Maccagnan avesse puntato gli occhi, i biancoverdi sono andati su quello che probabilmente è uno dei prospetti più pronti di questo Draft; ottimo placcatore, in grado di fornire un grandissimo contributo contro le corse e garantire una buonissima copertura sui passaggi, Adams è il giocatore che servirà a puntellare le traballanti secondarie newyorkesi, dove molto probabilmente coach Todd Bowles cambierà completamente il volto al back-end. Letture da defensive back navigato, tecnica e aggressività tipiche di un linebacker nel corpo di una safety, che con le doti di leader mostrate al college si candida ad essere uno dei punti di riferimento dei nuovi Jets ed una delle più belle sorprese della stagione NFL 2017.

Round 2, pick 7 (39): Macus Maye, S, Florida Gators
Seconda pick spesa su una safety da parte dei Jets, che a questo punto è probabile intendano tradare quanto prima Calvin Pryor e non si fidano moltissimo del pari ruolo Marcus Gilchrist, pertanto si è reso necessario investire nuovamente sulle secondarie; Maye ha saltato l’ultima parte di stagione per infortunio, ma non ha perso assolutamente in considerazione, visto soprattutto la sua grande capacità di difendere contro le corse. Ben costruito fisicamente, atletico, dotato di una buona tecnica di placcaggio e comunque abile in copertura, è piuttosto versatile ed in grado di giocare in entrambe gli spot sul profondo.

Round 3, pick 15 (79) (from Vikings): ArDarius Stewart, WR, Alabama Crimson Tide
La perdita di Brandon Marshall e l’infortunio al crociato anteriore subito da Devin Smith hanno di fatto obbligato lo staff dirigenziale di NY ad investire sul ruolo, ed in tal senso la “prima scelta” è caduta su Stewart, talentuoso receiver da Alabama che ha dimostrato di poter far danni sia all’interno che all’esterno del campo; ancora grezzo tecnicamente, è comunque dotato di un buon controllo del corpo e di una velocità che gli permette di creare facilmente separazione sul profondo. Utilizzabile anche come returner, è ipotizzabile trovi parecchio spazio fin dalla rookie season, in particolare come slot, vista la sua disciplina nel percorrere le tracce assegnategli.

Round 4, pick 35 (141) (Compensatory pick, from Rams): Chad Hansen, WR, California Golden Bears
Continua lo “strano” Draft dei Jets, che dopo due safety pescano due wide receiver allungando un reparto che aveva certo bisogno di interventi immediati, ma che pareva già essere stato sistemato con la presa di Stewart; certo, al quarto round Hansen è quasi una sorta di steal, visto che stando agli esperti pareva più un second day prospect grazie alle qualità mostrate nell’utlimo anno con la divisa dei Golden Bears, quando da perfetto sconosciuto appena trasferitosi da Idaho si è trasformato nel miglior target di Davis Webb, concludendo con 1,249 yards e 11 TD all’attivo. Longilineo, dotato di buone mani e di un adeguato controllo del corpo, dovrà lavorare un po’ per imparare i complessi playbook professionistici dopo aver giocato nella “Air Raid” di Sonny Dykes, ma ha le capacità per emergere e lottare stabilmente per un posto come WR#2 o WR#3 a roster..

Round 5, pick 6 (150): Jordan Leggett, TE, Clemson Tigers
La posizione di tight è stata praticamente ininfluente nell’ultima stagione, e l’avvento del nuovo OC John Morton, ex Saints, dovrebbe cambiare radicalmente le cose quest’anno, motivo per cui era necessario investire su un pass catcher in grado di contribuire fin da subito, come sembra possa fare Leggett, che dopo aver settato il record di Clemson con 8 TD realizzati nel 2015 ha scelto di tornare per la senior season e puntare con decisione al titolo nazionale. Missione compiuta che però non l’ha aiutato a scalare i ranking pre-draft, soprattutto a causa dei grossi limiti mostrati come bloccatore; l’ex Tigers, infatti, va considerato una sorta di ricevitore aggiunto sul campo, e può diventare davvero decisivo quando si avvicina la redzone avversaria. Se migliora leggermente in fase di blocco, auspicabile che diventi uno dei TE più interessanti della lega nel prossimo lustro.

Round 5, pick 38 (181) (Compensatory pick, from Browns): Dylan Donahue, DE/OLB, West Georgia Wolves
Scommessa dei biancoverdi newyorkesi che hanno puntato con decisione su Donahue, giocatore che si presenta come un interessantissimo pass-rusher in prospettiva dopo aver dominato in lungo e in largo la Division II con la divisa di West Georgia, dove è arrivato nel 2015 dopo un paio di stagioni passate al Palomar College, in California; estremamente produttivo, 37.5 tackles for loss e 25.5 sacks in due tornei NCAA, è dotato di un rapidissimo primo passo ed è incredibilmente tenace, visto che non smette di lottare con gli avversari fino a quando non ha messo a segno una giocata. Sicuramente da sgrezzare, soprattutto a livello tecnico, ma nella Big Apple pare possa prendersi tutto il tempo necessario, visto che il bisogno nel ruolo esiste, ma non è di certo impellente.

Round 6, pick 4 (188) (from Browns through Texans and Bears): Elijah McGuire, RB, Louisiana-Lafayette Ragin’ Cajuns
Runner versatile e molto abile a ricevere, può aggiungere il cambio di passo necessario al backfield dei Jets e fornire un valido supporto soprattutto sui terzi down, quando magari sarà necessario provare a spostare la catena con un lancio sul medio-corto; veloce, è stato anche returner in NCAA, ha prodotto parecchio nei suoi quattro anni a Lafayette, diventando il leader all-time dei Cajuns con 4,301 yards corse, 1,392 yds ricevute e 52 touchdowns totali realizzati. MVP Offensivo del East-West Shrine Game, c’è qualche dubbio sulla sua integrità fisica, visti i tanti infortuni, in particolare ai piedi, subiti durante l’intera carriera, sia liceale che universitaria.

Round 6, pick 13 (197) (from Rams through Bears and Cardinals): Jeremy Clark, CB, Michigan Wolverines
Corner fisico ed in grado di reggere il confronto anche con i receiver più fisicati, ha sofferto di infortunio al legamento crociato anteriore ed è stato costretto a chiudere la sua ultima stagione universitaria dopo appena 4 match disputati; più abile in copertura che in supporto alle corse, in suo vantaggio gioca la tanta esperienza accumulata nelle varie posizioni, oltre che da cornerback, infatti, ad Ann Arbor ha giocato anche come free safety e nickel, dimostrando di saper svolgere un ottimo lavoro in fase di passing defense. Nei Jets proverà a farsi strada negli special team per ritagliarsi un po’ di spazio anche nella rotazione sulle sideline difensive.

Round 6, pick 20 (204) (from Buccaneers): Derrick Jones, CB, Ole Miss Rebels
Giocatore di prospettiva che si è costruito una buona nomea come cornerback dopo aver cambiato il lato della palla nell’ultima offseason ed aver abbandonato il precedente ruolo di ricevitore; ovviamente dotato di un gran fiuto per l’ovale visto il suo passato in attacco, deve logicamente migliorare in alcuni fondamentali, ma può dare il suo contributo in copertura sui passaggi nel medio periodo, magari dopo un paio di stagioni passate in practice squad.

Undrafted free agent: Austin Calitro, LB, Villanova – Xavier Coleman, CB, Portland State – Jareid Combs, DE, North Texas – Brisly Estime, WR, Syracuse – Anthony Firkser, RB, Harvard – Patrick Gamble, DT, Georgia Tech – Connor Harris, LB; Lindenwood  – Javarius Leamon, OT, South Carolina – Gabe Marks, WR, Washington State.

Voto Finale: 7,5
I Jets hanno deciso di non spendere pick ne su un quarterback, ne sulla linea offensiva, due reparti che forse meritavano un intervento, e nemmeno hanno cercato di prendere quel linebacker che poteva servire alla causa, accontentandosi di puntare su un prospetto tutto da crescere e scoprire come Donahue; scelte che vedremo se pagheranno in futuro, e soprattutto ci diranno quanto è stato buono il lavoro di Maccagnan, orientato a dulpicare, se non triplicare, le pick in suo possesso e cercare di draftare i mgiliori talenti disponibili durante tutto il Draft. L’accoppiata Adams-Maye aggiunge indubbiamente qualità ad un back-end che ha sofferto tantissimo nell’ultimo anno, e al tempo stesso gli investimenti su Stewart, Hansen e Leggett, forniscono ulteriore materiale a chi verrà scelto come QB titolare alla partenza della regular season; diciamo che era necessario, se non addirittura fondamentale, cercare di aumentare il livello di talento presente a roster, e, almeno sulla carta, è quello che lo staff dirigenziale della franchigia newyorkese ha cercato di fare nella tre giorni di Phila.