Lions week 13: Affermazione di legittimità. (Lions 28 – Saints 13)

Allora, ragazzi, manteniamo la calma.

C’è ancora spazio per il temuto collasso tematico di fine anno, quindi piano con lo spumante e con i conti per il bye al primo turno.

Certo, una vittoria ottenuta con questo piglio in casa di un team che sembrava in netta crescita e che tutti, proprio tutti (o quasi) vedevano destinato ad asfaltare i Lions senza se e senza ma, dà fiducia.

Tanta fiducia.

Cronaca

La partita inizia con lo snap che vola tra le mani di Drew Brees a siglare un primo tre e fuori.

Si direbbe un buon auspicio.

Entra in campo l’attacco Lions e Matthew Stafford va subito in modalità spread the ball, distribuendo palloni a medio/corto raggio per macinare tempo e iarde. Brivido immediato quando TJ Jones rischia l’intercetto ma Sterling Moore non riesce a tenere la palla in mano e la marcia riprende per fermarsi in redzone, per un FG facile che Prater segna.

Torna in campo Brees ma il drive si ferma nella propria metà campo grazie ad una bella prestazione della linea difensiva che mura Tim Hightower sul 3-1.

Stafford torna in campo con la palla sulle 12 iarde e subito si mette al lavoro, trovando completi importanti come quando si connette con Eric Ebron sul terzo e sei, subito dopo una false start causata da Taylor Decker.

Il drive si estende nel secondo periodo, grazie prima a Golden Tate e poi a una razoiata per Aquan Boldin che viene fermato appena prima della linea di meta.

Ma l’appuntamento per il TD è rinviato solo di un gioco: Stafford sposta Theo Riddick in poisizione di ricevitore e gli consegna una palla facile facile in endzone.

10-0 Lions.

Apperò. Prepariamoci per l’inevitabile reazione dei Saints.

Che non arriva. Brees è regolarmente sotto pressione (anche se i sack non sembrano arrivare), alcune palle vengono deviate sulla linea di scrimmage ed i Saints devono andare ancora al Punt.

Anche Stafford non riesce ad ingranare e pure i Lions devono calciare e lo special team ha una delle sue pochissime defaillance, consentendo un ritorno di 24 iarde fino già al territorio Lions.

Vai, ci siamo: Brees ci apre in due come le cozze.

In realtà, ha far la parte del leone (ah! ah!ah!) sarebbe Mark Ingram che corre per 22 iarde, prima che il frecciargento Glover Quin gli si stampi addosso dopo 22 iarde per evitare danni peggiori.

Per fortuna dei Lions, il gioco successivo è un holding contro l’attacco e, nel mezzo, Josh Bynes è deciso a non far rimpiangere Big Tahir, bloccando due passaggi per guadagni minimi. Bloccato lo screen, i Saints vanno sul tabellone con un FG di Wil Lutz

Si riparte dalle 25 e si riparte con Matt Stafford che, passa di qua, completa di là, una corsa a destra, uno screen a sinistra, mangia quattro minuti e arriva in redzone.

Dove la magia finisce e ci si accontenta di un altro FG di Prater.

Resta meno di un minuto e stavolta Brees ingrana la marcia alta e arriva in redzone come un missile, con l’aiuto di Brandin Cooks.

Per buona sorte dei Lions, il tempo sta per scadere ed è un altro FG.

Si va al riposo sul 13-6.

Al rientro, Detroit è in attacco. Invece del solito riposino post intervallo, Stafford e i Lions riprendono da dove avevano interrotto: un altro drive dink and dunk che mangia tempo sull’orologio e si conclude, senza rischi, con un Field Goal di Prater.

Highlight del drive: un bel completo per TJ Jones sul 3 e 16, in cui il ricevitore draft 2014 ne guadagna 36.

Tornati in campo sul 16-6, il vantaggio inizia a farsi consistente e la tensione sale, specie perchè la difesa bend but d’not break dei Lions non concede iarde facili, così quando sulle proprie 35 Brees vede il solito Brandin Cooks in profondità, sgancia la bomba.

Glover Quin legge benissimo le intenzioni del QB e si catapulta sulla traccia, salta e con gioco di piedi degno di un ricevitore atterra in campo. Intercetto e coro di angeli.

Torna in campo, l’attacco Lions che riprende la sua opera dell’ammazzar gli avversari di pizzichi.

Un bel lancio per Andre Roberts che lo porterebbe in endzone viene difeso alla grande e ancora torna Matt Prater per il 19-6.

Il drive successivo dei Saints ci porta rapidamente nell’ultimo periodo e alle porte dell’endzone che John Khun penetra nella più classica azione da fullback. 19-13 Lions ma il vantaggio sembra improvvisamente pencolante… strano, quando segni praticamente solo calci piazzati (no).

Sarebbe il momento per l’attacco di farsi valere e infatti… terzo e dieci, sulle proprie 35 Matthew Stafford è in piedi in una tasca che sta collassando ma invece di tirare l’incompleto ad muzzum aspetta fino all’ultimo per cercare un bersaglio. Subisce il colpo ma trova Golden Tate libero sulla linea laterale.

La palla sta in aria quello che sembra un secolo, poi tate la afferra e corre direttamente in endzone, con la testa che si volta vorticosamente a cercare in difensore che non c’è. TJ Jones non riesce ad afferrare la conversione da 2 punti ma siamo sul 25-13 e una parte di me mormora "Pace, vedrai che non serve".

Brees deve fare qualcosa in fretta e infatti… lancio per Willie Snead sull’esterna che Tavon Wilson prima tocca, poi raccoglie e poi, non contento, ritorna pure.

Safeties 2 – Brees 0.

Il drive successivo Lions serve solo a prendere tempo con un po’ di corse di Zach Zenner e un passaggio per Tate che è corto chiudere il down.

Stafford riprova a far cadere gli avversari in offside ma la difesa Saints non abbocca. Poco male, penalità per perdita di tempo e punt di Sam Martin.

Restano 2′:42" sull’orologio e Brees riesce a farsi tutto il campo solo per vedersi intercettato il suo ultimo passaggio da Miles Killebrew.

Safeties 3 – Brees 0

Lions 28 – Saints 13.

E senza stare neanche un minuto secondo sotto.

Questo e quello

  • Boxscore by Fox.

  • Highlights via NFL

  • Slowlights by SandmanLions. Godeteveli.

  • Matthew Stafford: 111.3 QBR, 71,4% completi,2 TD, 0 intercetti. Al solito magistrale la presenza nella tasca, decisivo pure nelle corse (due down chiusi in scramble).

  • Drew Brees. 63.3 QBR, 70,5% completi, 0 TD, 3 INT. Si interrompe la striscia di 60 partite casalinghe in cui il QB dei Saints aveva lanciato almeno un TD.

  • Stafford dal 2015 è stato incredibile in redzone: 41 TD 0 intercetti.

  • Ricordate quando ad inizio anno i commentatori (tipo me, ovvio) ritenevano una grossa debolezza la posizione di safety? Ecco, diciamo che ad oggi i dubbi sono dissipati.

  • A proposito, doverosa menzione per Glover Quin, il vero generale della secondaria nonchè giocatore a tutto tondo.

  • Ma comunque tutta la secondaria ha giocato una signora partita.

  • Theo Riddick è stato limitato dall’infortunio ma sia Dwayne Washington che Zach Zenner hanno dimostrato di saper correre tra i placcaggi, a patto di avere un minimo di buco certo.

  • Buona prova anche della linea offensiva, a proposito: due sack subiti ma durante scramble, mentre Stafford cercava bersagli.

  • Linea difensiva: non mi preoccupo, la pressione c’è, i sack verranno.

  • I Lions hanno 41 placcaggi mancati, il minimo nella lega.

  • Matt Prater perfetto anche quando la partita non è in linea.

  • Sam Martin ha quasi fatto vacanza, solo due punt per lui.

  • A tal proposito, nessun giocatore Lions (tipo lui, Prater o Stafford) è tra i primi cinque classificati per il probowl. Non assistete inermi a questo scempio e votate, votate, votate!

  • Per la serie: togliersi un sassolino dalle scarpe

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Un saluto a tutti gli esperti* di ESPN

Post partita

E finalmente, una partita in controllo, senza cali e senza patemi.

Per di più contro un’avversaria che lottava per la vita e che arrivava sull’onda della vittoria schiacciante con i Rams.

Basta a scacciare lo scetticismo di una certa stampa sempre lì a tifare Green Bay? Ovviamente no, leggere per credere.

Ma, onestamente, non mi importa tantissimo.

I Lions hanno dimostrato di non essere lì in cima per caso e questo per questa settimana è più che sufficente. La squadra ha messo insieme 60 minuti di buon football su tutti i fronti.

Il piano difensivo ha funzionato alla perfezione e l’attacco, al netto delle deficienze nelle ultime venti iarde, ha girato per tutta la partita, mangiando tempo e facendo scattare la venina a Brees.

Questo malgrado l’assenza di giocatori importanti sia in attacco (Marvin Jones) che in difesa (Whitehead) che nella terza fase (Don Carey) e, insomma, forse il tetto della squadra non è raggiunto.

Anche perché, lo spazio per i miglioramenti si vede sia nell’esecuzione in redzone (per dirne una, Zenner e Washinton stavano correndo bene. Provare a dargli palla sulle 9, no?) che per la linea difensiva.

Vedremo come finirà la stagione ma c’è sempre meno da giocare e Detroit è sempre lì.

goLions!

(Da I soliti Lions.)