Due brutte sconfitte per Houston: vincono i Chiefs e Watt dice addio alla stagione.

Che brutta botta, anzi, che brutte botte.

La partita di week 5 giocata all’NRG Stadium tra Texans e Chiefs si chiude con una sconfitta per i padroni di casa per 42-34, in una partita però forse molto meno combattuta di quanto possa dire il risultato.

Contro l’attacco creativo di Andy Reid infatti, la difesa di Houston le prende, e tanto, con un reparto secondarie totalmente incapace di rispondere quasi in ogni situazione di 3rd & long, concedendo troppi big gain e regalando la vittoria agli avversari.
Le secondarie non sono nemmeno l’unico problema e il risultato è un match in cui, nonostante la grinta e la voglia di non mollare mai da parte dei texani, la verità dice che gli ospiti non sono mai stati davvero in difficoltà né in pericolo di perdere il controllo della partita.

In ogni caso, si tratta di una sconfitta contro un avversario molto forte, anzi il migliore in NFL in questo momento, quindi prendiamo questa L e andiamo avanti, giusto?
No, purtroppo decisamente no. Perchè la partita di ieri sera per i texani non ha comportato solo una sconfitta in regular season, ma ne ha portate almeno due, e la sconfitta con i Chiefs non è nemmeno la più brutta.

Il vero disastro a Houston non si chiama Andy Reid, né Kareem Hunt, né Alex Smith, non si chiama nemmeno 2-3 (il record dei texani), né tantomeno il 3-2 dei Jaguars. I veri incubi della notte a Houston si chiamano JJ WattWhitney Mercilus.

Una partita persa contro i Chiefs è veramente niente infatti se si considera che in un colpo solo Houston perde per tutta la stagione due dei suoi giocatori più importanti, nonché leader della difesa. Nessun TD avversario fa male quanto vedere uscire Watt quasi in lacrime che dice addio anche a questa stagione, dopo aver saltato tutta la scorsa season. Ancora peggio, quando dopo di lui abbandona anche Mercilus, aggiungendosi alla già lunga lista di out dei texani.
È questa la vera sconfitta dei Texans, una perdita, anzi due, che vanno oltre la singola partita e che rischiano di compromettere seriamente le sorti della stagione del team di Houston.

Senza parlare poi delle domande che ci si inizia a fare riguardo a Watt, senza dubbio uno dei difensori più decisivi ed esplosivi degli ultimi tempi, che però ha già subito due interventi alla schiena e ora questo grave infortunio. Ci si chiede se il talento che ha fatto brillare gli occhi ad ogni amante dell’NFL possa tornare ancora ai suoi livelli, quelli del giocatore inarrestabile e inumano. Sono brutti discorsi, ma sono considerazioni che a questo punto è necessario fare.
Che Watt possa tornare a giocare ad altissimi livelli se lo augurano tutti, non solo i tifosi di Houston, ma tutti gli appassionati del gioco, tuttavia sembra non essere più così scontato e anche l’uomo d’acciaio sembra non essere più inscalfibile.

Il match

Dopo questa tristissima parentesi, torniamo alla partita contro i Chiefs, una partita con qualche lato positivo e alcuni tremendamente negativi, senza dimenticare però chi c’era dall’altra parte.

Brevemente, i punti positivi e quelli negativi della partita:

+ Deshaun Watson non inizia benissimo e già dai primi lanci rischia più volte l’intercetto. Che sia per merito degli avversari, problemi d’intesa con i suoi WR o semplice distrazione, il giovane QB di Houston sembra essere decisamente più impreciso ad inizio gara, sbagliando spesso anche di molto il lancio e facendo finire la palla lontano dai suoi ricevitori.
Allora che c’è di positivo? C’è di positivo che dopo un inizio del genere, andando sotto già di 16 punti può spesso accadere che un rookie qb si innervosisca, senta la pressione, finendo per aggravare la situazione. Watson invece, anche contro Kansas City dimostra ancora una volta di avere una testa e una capacità di ragionare decisamente fuori dalla media dei qb della sua età.
In una partita in cui è costretto sempre ad inseguire l’avversario infatti, Watson alterna screen play a scramble vincenti in situazioni di difficoltà, con in aggiunta una quantità incredibile di long passes lanciati con precisione. Nonostante la sconfitta e l’inizio grigio chiude il suo match con 261 yards lanciate, 31 corse, nessun intercetto e ben 5 TD (per la seconda volta consecutiva). A lui non si può chiedere di più.

+ Se Watson riesce a segnare 5 TD e a lanciare incredibili deep throws non può ovviamente essere solo merito suo. Ecco infatti il secondo punto positivo, anzi i due altri punti positivi: i receivers e la offensive lineHopkins (3 TD), Fuller (2 TD), EllingtonAnderson Griffin offrono a Watson delle mani d’oro in situazioni disperate e, specie i primi due, sono autori di catches incredibili.
Anche l’offensive line, soprattutto se paragonata a quella delle prime partite, gioca decisamente meglio sia in fase di apertura di spazi per le corse sia nella protezione del QB, lasciando a Watson il tempo necessario per lanciare con precisione. Watson in questo match ha avuto in molti snap più tempo del solito per tirare e anche i dati parlano chiaro: 1 solo sack concesso dalla OL.

+ Nonostante la sconfitta, contro i Chiefs arrivano buone notizie dal reparto che fino adesso ha deluso e non poco: il running game. Finalmente in questa week 5 si è visto un gioco di corsa che non ha portato a TD, nemmeno cercati però, ma che ha prodotto un po’ più del solito, ma sopratutto ha portato primi down in momenti importanti della partita in cui il passing game sembrava in difficoltà. C’è ancora tanto da fare e anche i numeri messi contro Kansas City non sono ancora sufficienti, ma le cose per Miller e Foreman sembrano migliorare.

– Chi proprio non si può salvare da questa partita è il reparto DB. La partita contro i Chiefs è stata caratterizzata da una quantità enorme di 3rd & long, puntualmente convertiti da Alex Smith con una facilità disarmante, trovando spesso un ricevitore completamente libero. Quasi ogni volta che il qb ex-niners ha alzato la testa, per i Chiefs sono arrivati big gain che hanno permesso alla squadra di far arrivare punti importantissimi nella conta finale. Il peggiore della serata forse è Andre Hal che sembra non riuscire mai ad entrare davvero in partita, facendosi trovare troppo spesso lontano di almeno due metri dalla sua marcatura. In generale comunque partita decisamente da dimenticare per il reparto che concede 324 yards e 3 TD.

 Anche il front 7, che però ha la scusante di aver perso Watt e Mercilus in un colpo solo, fatica moltissimo per tutta la partita, alternando grandi giocate a dormite clamorose. Il reparto a cui si chiedeva di più in questa partita ha sofferto tantissimo la perdita di ben due playmaker e troppo spesso è risultato molto lento nel riconoscere la giocata offensiva avversaria. Contro Hunt  è stato fatto un ottimo lavoro, ma a Smith è stato concesso troppo spesso di uscire indisturbato dalla tasca per scombinare le marcature e poi lanciare verso un ricevitore libero o correre lui stesso per il down. Il migliore del reparto è Clowney ma anche lui a volte è in ritardo nella lettura. Le due grosse perdite si sono fatte sentire ed è probabile che si rifaranno sentire anche nelle prossime partite, purtroppo.

 Infine, se non proprio bocciato, diciamo che non può ricevere troppi complimenti il coaching staff, sia in attacco che in difesa. Tra Andy Reid Bill O’Brien ci passa un mare di esperienza e questa si è vista tutta nella partita della notte. L’attacco di Reid è estremamente vario, creativo e imprevedibile e lo stesso Crennell sembra fare davvero fatica a prevederlo.
Dall’altro lato, le chiamate offensive di Houston sono davvero troppo prevedibili ripetendo quasi all’infinito il drive: 1st down – corsa; 2nd down – lancio; 3rd down palla a Watson per lanciare o correre. Un gioco che il coaching staff dei Chiefs ha capito molto presto, anche se ha comunque faticato a fermare i big plays.

– Lo Special team. Nient’altro da aggiungere.

È sconfitta quindi per i Texans, ma è una sconfitta tremenda che, come già detto, va ben oltre la partita contro Kansas City.
Ora Houston dovrà fare i conti con una difesa in cui mancano davvero tanti pezzi e tutti importanti. La nota positiva è di essere parte della AFC South, una division non proprio famosa per essere tra le più ardue, ma ora la domanda è: a che cosa può puntare Houston?

-Divi-