Dove si va a mangiare?

Il Georgia Dome ha ospitato gli Atlanta Falcons dal 1992 fino alla fine della scorsa stagione. Era un impianto di recente costruzione e rinnovato per 300 milioni di dollari nel 2006, ed era il terzo stadio coperto più grande del mondo.

Verrà demolito, dopo l’apertura, qualche giorno fa, del Mercedes-Benz Stadium, una astronave con il tetto retrattile, che ha fatto fare occhi a pesce a tanti tifosi soprattutto qua in Europa, soprattutto qua in Italia, dove gli impianti dello sport principale sono stati in gran parte edificati prima della Seconda Guerra Mondiale.

Il Mercedes-Benz Stadium, che sarà anche casa degli Atlanta United FC di calcio e che ha una sezione che rende omaggio a tutte le squadre di high school della Georgia, ha prodotto fiumi di inchiostro sulla sua forma e sui suoi spazi, e siamo sicuri che sempre di più il futuro degli sport professionistici sia di offrire da una parte una possibilità televisiva comoda ma dall’altra uno spettacolo splendido dal vivo, sempre più “Gameday” nel senso della giornata passata dalla mattina alla sera in un modo alternativo, immerso nello sport che si vuole seguire.

Grazie alla segnalazione del sempre aggiornatissimo Robergo Gotta, abbiamo potuto leggere  un interessante articolo di CalcioFinanza su un aspetto che per molti sportivi italiani può risultare bizzarro ma nella realtà a stelle e strisce non è: nei giorni scorsi l’Atlanta Journal ha proposto un sondaggio per i tifosi su dove andranno a mangiare all’interno dello stadio dove sono presenti 17 diverse tipologie di offerta culinaria e oltre 670 chioschi.

[…] il Mercedes-Benz Stadium porta a un nuovo livello quello che, secondo le indagini preliminari svolte da Falcons e United, è ufficialmente “il terzo elemento di soddisfazione del tifoso sportivo americano” (cit. CalcioFinanza)

La gestione dello stadio, anche su richiesta dei due team professionistici, ha avviato una iniziativa importante e controcorrente rispetto ad altri stadi americani, fatta di prezzi ribassati mediamente del 50% e offerta migliorata in varietà, velocità e qualità, e chiamata “Fan-First Pricing” (“il tifoso al primo posto”), che si avvarrà soprattutto di produttori locali ed artigianali, da una parte facendo ricadere sul territorio dei benefici economici dell’apertura del nuovo impianto, dall’altra migliorando la qualità e la freschezza.

Secondo CF, se un americano medio poteva arrivare a spendere 30 dollari per cibarsi allo stadio durante una gara, il nuovo corso del Mercedes-Benz Stadium (ad esempio bevande analcoliche a refill illimitato, hot-dog o popcorn a 2 dollari, pizza o nachos a 3 dollari, birra a 5 dollari) potrebbe permettere ad una famiglia intera di sfamarsi completamente allo stesso prezzo. Ora non fate i soliti italiani schizzinosi che il “cibo è cibo spazzatura!”, dato che anche qua in Italia i vari American Graffiti sono pieni e fanno le medesime cose!

Il Fan-First Pricing verrà attivato per tutte le gare interne dei Falcons e degli United, per il Super Bowl nel 2019 e per ogni altro evento che si terrà nella nuova astronave georgiana.

In Europa si vedono i primi movimenti per creare questo effetto gameday, a partire dai paesi anglosassoni e del nord, con una maggiore tradizione di sport abbinato anche al cibo. In Italia il grosso ostacolo degli stadi non di proprietà per ora ha ridotto al minimo questa possibilità di godersi il “giorno della partita” ma soprattutto nei confronti di bambini ed adolescenti, è assolutamente necessario per i club seri, di presentare il gameday come una esperienza stimolante ed entusiasmante, anche attraverso il cibo, senza svenare la famiglia.
Una possibilità che negli States esplorano da tempo con format diversi per le gare di high school football, più legato alla dimensione della comunità e della conoscenza e interazione tra i suoi componenti; NCAA, che si sviluppa a partire dalla spettacolarizzazione delle tradizioni e dallo spirito di cameratismo per la medesima alma mater; e NFL ma che puntano tutte all’esperienza “totalizzante”.

Non solo forme ardite e tetto che si apre, a quanto pare.