Carne da cannone

Il triste destino del runningback, in uno sport dove un tempo si portava la palla come come fondamentale gesto atletico, è quello di essere sempre di più un precario del football, checchè ne dicano le scelte al draft e le preferenze degli offensive coordinator.

E’ notizia di qualche giorno fa che Devonta Freeman, rusher di Atlanta, ha siglato un contratto che lo ha fatto diventare il RB più pagato della lega. L’average sui quattro anni di questo contratto strombazzato è di poco più di otto milioni di dollari. Un top rusher nel pieno delle sue forze, che ha compiuto da poco 25 anni, incide sul salary cap per una frazione irrisoria.

Come sottolineato da Salvatore Ioppolo di IPFN, nel lontano 2004 il top rusher Clinton Portis, percepiva 8,2 milioni di dollari all’anno, pari a più del 10% del salary cap, oggi il contratto di Freeman vale meno del 5%. Ovviamente il grafico riportato sopra, e che mostra l’aumento del salary cap in NFL, è impietoso riguardo questa stagnazione degli stipendi dei RB rispetto al boom del cap NFL praticamente raddoppiato dal 2004.

Il grafico mostrato sotto è altrettanto eloquente: sono i trend di stipendio dei vari ruoli dal 2000 in avanti. L’esplosione degli effetti del regolamento pass-friendly ha portato tanti soldi a chi li interpreta in prima persona (QB e WR) e li contrasta (CB), fornendo aumenti anche a ruoli come OL e TE da una parte, LB dall’altra.

Il ruolo che ha ricevuto meno attenzioni finanziarie è quello del RB, passato dall’essere vitale all’essere marginale, affidato a ragazzetti venuti dal college e sottopagati rispetto ai compagni più “maturi”, o con contratti di situazione dove c’è da farsi tanto mazzo e sperare che le gambe reggano, perchè come ovvio gli infortuni possono chiudere anzitempo la stagione, sia per quanto riguarda le prestazioni sportive che quelle economiche.

Sempre con la spada di Damocle dei 30 anni, oltre cui i rusher trovano impiego solo se fenomenali e duraturi fisicamente. In fondo perchè darsi pena nel chiamare stagionati ed incerottati quando tra Draft e firme di undrafted, ogni anno hai uno, due, tre nuovi rusher da buttare nella mischia? Quest’anno praticamente tutte le squadre stanno provando nuovi runningback presi direttamente o fatti passare per tryout e rookie minicamp, che al massimo saranno pagati col minimo sindacale di 465.000 dollari di cui quasi tutto non garantito.

Per fare un po’ di storia, l’anno scorso il reparto runningback della anellata New England (Bolden, Lewis, Blount, White) rappresentava il 2,77% dell’intero cap. A ritroso Denver ha vinto il Super Bowl nel 2016 con un trio di rusher (Hillman, Anderson, Thompson) pagati in tutto qualche spicciolo in piu di 2 milioni di dollari, ovvero l’1,41% dell’intero cap. Nel 2015 vinsero i Pats schierando ben sette rusher (Vereen, Ridley, Bolden, White, Gaffney, Gray, Blount) ma non superando i 4 milioni e il 2,95% del cap. L’ultima squadra che vinse il Super Bowl con un reparto RB “costoso” fu Seattle nel 2013 quando il pesante contratto di Lynch (8,5 milioni) rendeva il reparto tra i più gravosi del team.

Il runningback, dopo il fullback (ruolo sempre sul punto di scomparire) è il ruolo dove lo stipendio medio è più basso, solo tre squadre in tutta la NFL spendono in media più di 2 milioni di dollari per ogni RB: Pittsburgh che quest’anno sborserà 12 milioni a Le’Veon Bell e qualche spicciolo agli altri sei RB, Jacksonville oberata dal contratto di Chris Ivory (quasi 6M) e da quello da rookie primo giro Fournette (quasi 5M), e Carolina che sconta il contratto di Stewart (6M) e quello del rookie McCaffrey (oltre 3M).

Sebbene la spesa media per uno stipendio dei RB è di 1.278.000 dollari, ci sono ben 12 squadre che attualmente spendono meno di un milione a giocatore in media con Green Bay, Chicago e Arizona che non arrivano a 700.000 dollari a giocatore. E per far capire quanta poca attenzione c’è al reparto, l’undicesimo RB più pagato è un rookie. e il nono più pagato è ancora nel rookie contract.

Il rusher è un lavoraccio, e sempre più spesso si mettono in mezzo anche WR speedster usati in giochi di screen e schierati con set di WR multipli per creare scompiglio facendo delle corse “camuffate” da passaggi, colpendo le difese non al centro ma lateralmente. Per non parlare delle difese che si sviluppano per essere aggressive, piccole e molto mobili per poter contrastare efficacemente qualsiasi soluzione e a maggior ragione quelle di “banali” corse di un runnngback. Ma nelle sterminate periferie statunitensi, qualche ragazzo fisicato che abbia voglia di prendere delle mazzate lo troveranno sempre, i runningback sono relegati all’angolo di uno sport sempre più scintillante, ma non per questo andranno scomparendo, qualche briciola della NFL è sempre meglio che fare i commessi da Footlocker, specialmente durante i saldi.